#Sottobanco puntata 1: i segreti del Bar Italia di Mantova

26/08/2025

Tra cocktail fuori menù, clienti memorabili e storie da raccontare, Michele Tangari ci racconta i dietro il bancone del Bar Italia di Mantova

Michele Tangari al Bar Italia di Mantova
Michele Tangari al Bar Italia di Mantova

Cos’ha il tuo bancone che nessun altro ha?

Sicuramente la varietà, sia negli stili che nella clientela. Il nostro è un locale storico, del 1901, caratterizzato da un’unione di stili di diverse epoche, con pezzi risalenti agli anni ’20, ’30 e un bancone in stile anni ’50, ma la caratteristica più importante riguarda i clienti, ce ne sono davvero di tutti i tipi. Da quello più simpatico e ormai amico affezionato, ai personaggi di Mantova in generale, che rendono il bar simile a “The Sims”  (videogioco simulatore di vita sviluppato nel 2000 dalla Maxis e pubblicato per console e pc, ndr.) proprio per la varietà delle interazioni possibili.

Che cocktail servite che qui nessuno chiama col nome giusto?

Sicuramente il Gimlet, una miscela di gin, cordial lime (preparato con bucce e succo di lime e zucchero) e servito shakerato in coppetta, ideale per l’estate per la sua freschezza e nota acida. Ecco quasi nessuno riesce a chiamarlo con il nome giusto: c’è chi ti chiede un Biblet o un Gibet, e chi, in dialetto, cerca un Bagai o un Pudlet. Insomma difficilmente lo chiamano col suo vero nome.

Qual è il “fuori menù” che chiedono solo i clienti di zona?

Sempre lui, il Gimlet. Lo abbiamo lentamente inserito nella nostra drink list, iniziando dapprima con i clienti abituali, quelli che di solito ordinavano un gin tonic o un coca & rum. Il Gimlet infatti si avvicinava molto ai loro gusti.  Nel corso degli anni, abbiamo creato diverse varianti del Gimlet, includendo abbinamenti in contrasto come pompelmo e fragola, oppure l’uso di bitter aromatici o di gin invecchiati.

Chi è il personaggio più incredibile passato di qui?

Bè ci sono sicuramente i “personaggioni” famosi mantovani, tutti con il loro soprannome in dialetto: MG, Il Pedro, Il Boga… Tra le celebrità note a tutti, invece, abbiamo avuto Francesco Renga (ordinò un calice di Franciacorta rosato, se non ricordo male), l’ex ct della Nazionale Marcello Lippi (ordinò un amaro e soda) e, solo pochi anni fa, il portiere Manuel Neuer reduce dalla vittoria in Champions con il Bayern Monaco. Purtroppo di lui non ricordo l’ordine, perché venne al cambio turno delle ragazze che lavorano qui, ma creò davvero un gran scompiglio, ci fu un vero e proprio “flash mob” di persone che lo cercavano in giro per Mantova, mandandosi informazioni tramite gruppi Telegram e WhatsApp. Tutti se lo ricordano!

Se il tuo bar fosse una serie TV (o una canzone) quale sarebbe?

Sicuramente Camera Caffè! Per come è fatto il locale, per la posizione della nostra macchina del caffè con una vista completa che dà sull’esterno, come un lungo corridoio, che permette al personale di osservare e commentare ciò che accade fuori, proprio come nella serie, sarebbe perfetto. Ai ragazzi lo dico sempre: un giorno di questi scriverò a Netflix per proporre di ambientare una serie tv simile a Camera Caffè, sarebbe una figata!

Cosa si beve davvero nella tua città quando nessuno guarda

Il “guilty pleasure” dei Mantovani, tremo a dirlo, è lo Spritz al Lambrusco…Quando lo servi è proprio un agglomerato viola quasi ultravioletto perché sostituiamo il Lambrusco al Prosecco. Per me è imbevibile, ma ai clienti piace. Al secondo posto c’è il vino con il bitter e poi gli amari serviti con ghiaccio e soda. Questi però sono consumati principalmente dai clienti più anziani.

La regola d’oro che chi lavora qui deve imparare subito?

Qui devo citare il mio collega Eddy che a tutti i nuovi arrivati nel team dice “Il sorriso vecchio, il sorriso!”. È questa la nostra unica “regola”. Vogliamo che chiunque entri nel team si senta accolto, possa confidarsi e affidarsi agli altri ed allontanare i suoi problemi. Percepirci non solo come colleghi ma soprattutto come amici, ci aiuta a dare davvero il 100% al lavoro e portare quel sorriso anche ai clienti.

Qual è la frase che una persona che non vive qui non capirebbe

Si tratta della prima frase mi sono sentito dire quando ho iniziato a lavorare qui. Stavo preparando un cocktail e ho chiesto al cliente “Lo faccio così o così?” e la risposta è stata “Piutost che nient l’è mej piutost!”. Che in italiano sarebbe “Piuttosto che niente, è meglio piuttosto”. Io, che di origini sono barese ovviamente non ci ho capito niente e ho risposto “Cosa? Devo mettere su un toast?”

Il drink con cui ti giochi la reputazione? 

Certamente il Martinez, il mio drink. Io lo faccio con il Barolo chinato al posto del Vermouth, il Genever come gin e i classici orange bitter e maraschino. È un drink che ha complessità, corposità, e una dolce rotondità.

Con quale personaggio famoso, del presente o del passato, berresti un drink e perché?

Sicuramente con Ernest Hemingway. Mi immagino a fare serata con lui in Avana, ne suo bar preferito, El Floridita, mentre beviamo e scriviamo storie e poesie.

E poi con il Leonardo Di Caprio in “The Wolf of Wall Street” (film del 2014 diretto da Martin Scorsese, ndr.), nella famosissima scena in cui, nei panni di  Jordan Belfort a inizi carriera, sorseggia Martini mentre il suo nuovo capo Mark Hanna (Matthew McConaughey), gli fa un discorso piuttosto illuminante sul mondo della Finanzia di New York.